Lo vedi ogni volta che indossi un paio di jeans. Una piccola e discreta tasca, incastonata all’interno di quella più grande sul davanti. Troppo stretto per uno smartphone, troppo innocuo per attirare l’attenzione… eppure è presente su quasi tutti i modelli. A cosa serve? Perché è ancora presente quando così tanti elementi sono scomparsi dai nostri vestiti? La storia dietro questa tasca è più interessante di quanto sembri…
Un’invenzione del Far West per tenere d’occhio il tempo
Tutto ebbe inizio nel 1873. Levi Strauss, l’inventore dei jeans come li conosciamo oggi, aggiunse ai suoi pantaloni da lavoro una piccola tasca pensata appositamente per… gli orologi da tasca ! A quei tempi, i cowboy, i minatori e gli operai portavano i loro orologi attaccati a una catena e questa stretta tasca, situata sul lato anteriore destro dei pantaloni, forniva un posto comodo e sicuro .
Collocato all’interno di una tasca più grande, protegge l’orologio da urti e furti, mantenendolo comunque a portata di mano. In un certo senso, era l’equivalente del taschino porta-cellulare del XIX secolo.
Un’evoluzione al passo con la moda
Nel corso del tempo, l’orologio da tasca è scomparso in favore dell’orologio da polso, ma il piccolo orologio da tasca è rimasto. Per quello ? Perché invece di essere abbandonata, si è adattata . Si trasforma in un portamonete, perfetto per riporre qualche moneta. Poi uno spazio per infilare un accendino, una chiave o anche un biglietto della metropolitana . Una specie di mini-tasca portaoggetti , sempre utile a modo suo.
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