Le orchidee sono generalmente commercializzate con un substrato di corteccia di pino, poiché le loro radici hanno bisogno di un ottimo drenaggio e una minima possibilità di ristagni d’acqua. Sono piante di boschi tropicali, parassitiche, che crescono sugli alberi e vivono dell’umidità ambientale. Hanno bisogno di tanta umidità ma non di un substrato bagnato.
Durante l’inverno vanno annaffiate poco, ma se il clima è asciutto e se abbiamo i riscaldamenti accesi, va fatto con più frequenza (mai più di una volta a settimana).
Osserva il contenitore in controluce, se l’umidità del substrato è ancora visibile, non va annaffiata. Se, al contrario, è asciutto, metteremo acqua, sempre distillata.
In luoghi molto asciutti conviene mettere un umidificatore, oppure spruzzare dell’acqua sulle foglie dell’orchidea ogni giorno. È bene anche evitare di mettere la pianta in luoghi troppo umidi, come bagni molto frequentati.
3. Fertilizza frequentemente
La fioritura dell’orchidea richiede un fertilizzante specifico per questo tipo di pante, che possiamo trovare nei negozi specializzati. Senza il fertilizzante la fioritura è poco probabile. Di solito viene commercializato sotto forma di liquido, da aggiungere all’acqua di annaffiatura.
Le orchidee che provengono dalle serre sono già abbondantemente fertilizzate, ma dopo qualche mese dobbiamo essere noi a cominciare a curarle usando ancheun fertilizzante.
4. Garantire un contrasto di temperatura adeguato
Per fiorire, le orchidee hanno bisogno di un ottimo contrasto di temperatura nelle settimane precedenti all’arrivo della primavera. Di solito questo contrasto è di circa 10°C tra la minima notturna e la massima diurna, sempre rispettando i limiti dei 15°C e i 30°C.
Per ottenere la temperatura corretta, puoi anche spostare la pianta nell’arco delle 24 ore da un luogo più caldo, a uno più fresco.